venerdì 12 marzo 2010

Imprenditore commerciale e Imprenditore agricolo

Imprenditore Commerciale


Per il Codice Civile il termine “commerciale” non indica l’appartenenza ad un particolare settore economico (quello del commercio), ma identifica un determinato “status giuridico”.
Ai sensi infatti dell’art. 2195 C.C., è imprenditore commerciale chi esercita:

1) attività industriali dirette alla produzione di beni e servizi (ad esempio un maglificio, un’emittente televisiva privata);

2) attività intermediarie nella circolazione dei beni (cioè le attività “commerciali” comunemente intese): - commercio in sede fissa (all’ingrosso o al dettaglio); - commercio su aree pubbliche (comunemente detto “ambulante”); - pubblici esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti, ecc.);

3) attività di servizi: - attività di trasporto per terra, per acqua o per aria;- attività bancarie o assicurative;- altre attività ausiliarie delle precedenti (ad esempio agenzie di mediazione, d’affari, di pubblicità, ecc.).
Rientrare in questo quadro giuridico produce una conseguenza molto importante: l’imprenditore commerciale - a differenza del piccolo imprenditore - è assoggettato al fallimento.


Imprenditore Agricolo


Per il Codice Civile (ai sensi dell’art. 2135 C.C., come modificato dal D. Lgs. 228/2001), è imprenditore agricolo chi esercita una o più delle seguenti attività:

- coltivazione del fondo;
- selvicoltura;
- allevamento di animali;
- attività connesse.
In particolare si intendono “connesse” le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che hanno ad oggetto:- prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali;- fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità.Esempi di attività connesse possono essere: produzione e vendita diretta di olio, vino, miele, funghi, formaggi, ecc.
Due casi particolari sono costituiti da:- attività agrituristica (quando cioè un imprenditore agricolo offre ai turisti, nei propri fondi, vitto e alloggio, utilizzando in prevalenza prodotti propri e organizzando talvolta attività ricreative o culturali): questa è considerata agricola se è secondaria rispetto all’attività principale e di carattere stagionale;- vendita di prodotti agricoli al di fuori del luogo di produzione: può essere effettuata solo dopo aver fatto una apposita comunicazione al Comune competente per territorio. Ciò non comporta necessariamente l’acquisizione della natura di imprenditore commerciale anziché agricolo: l’inquadramento nell’una o nell’altra figura sarà legato alla prevalenza del reddito commerciale o agricolo.

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